Un italiano a Parigi: è l’arte di Maurizio Cattelan

L’italiano a Parigi in questione è l’artista Cattelan, che espo
ne al Museo de la Monnaie fino all’8 gennaio 2017 e ioUn italiano a Parigi - inizio dell'esposizione mi chiedo: ma Wojtyla portava davvero il 43 di scarpe?

 

(il mio giudizio: ♣♣♣ e mezzo) Da italiano a Parigi mi sono sentito “avvantaggiato” e un po’ “privilegiato” quando sono entrato nel Un italiano a Parigi - Cattelan al museo de la Monnaiebellissimo palazzo de la Monnaie, a due passi dall’Ile de la Cité. È una sensazione che mi capita anche quando vado al cinema a vedere film italiani in lingua originale. Guardo le persone attorno a me con un po’ di superiorità: io capirò più di voi. È la rivincita sul senso di inferiorità dell’essere straniero che provo in alcune situazioni di vita comune.

Comunque… Fin dall’ingresso il buon Maurizio colpisce subito: salgo le scale e sul muro davanti a me una donna di spalle è legata a mo’ di croce al muro stesso e alzando gli occhi per continuare la salita mi accorgo che dall’altissimo soffitto pende un cavallo. Esatto, il cavallo è appeso al posto del lampadario. Ha lo sguardo remissivo e non sembra essere comodo, ma non fa niente.Un italiano a Parigi - nel salon Dupré

Non ero mai stato ad una mostra di Cattelan e, a parte qualche cosa sentita in TV non avevo idea di cosa avrei visto e trovato. Credo che sia la condizione migliore. Libero da qualsiasi aspettativa e pregiudizio l’arte di Cattelan può veramente raggiungere il suo obiettivo: colpire, scioccare, far riflettere, fare ridere, fare indignare, il tutto con una quantità di ironia e intelligenza che gli invidio.

Entro in un salone molto ampio e in mezzo Giovanni Paolo II è a terra colpito da un meteorite. Di questa opera ne avevo già sentito parlare. Incredibile la somiglianza con l’ex Papa. Gli giro attorno, lo osservo e mi chiedo: ma Wojtyla Un italiano a Parigi - Wojtyla portava il 43portava davvero il 43 di scarpe? Improvvisamente una musica suona da qualche parte nel salon Dupré. In alto seduto sul parapetto, un ragazzino suona il suo tamburo. Non lo si trova subito. Lo sguardo gira e cerca fino a trovarlo alzandosi verso il soffitto.

Continuo il percorso  e ad ogni stanza rimango colpito da qualcosa. Le sue opere sono così verosimili che il gioco di specchi in alcune sale mi trae in inganno. Non capisco se quei riflessi sono visitatori della mostra o opere. Poi il cavallo con la testa nel muro a un paio di metri da terra mi riporta alla realtà.

In fondo al corridoio, in una stanza un po’ buia vedo la schiena di un bambino inginocchiato. Forse sta pregando. Sono curioso di vedere cosa c’è davanti a lui. Un altare? Un’icona? Cosa sarà quell’oggetto o situazione in grado di tenere lì fermo a quel modo quel ragazzino così dolce? Mi avvicino, passando affianco ad altre opere, entro nella stanza ma non trovo niente. Non capisco dove sia il colpo di scena, che mi aspetto da qualche minuto. Osservo la stanza, giro attorno al ragazzino e… Adesso ho capito…

Insomma questo italiano a Parigi mi è proprio piaciuto. Ha saputo stupirmi con una grande audacia, con intelligenza e sfacciataggine. E da italiano a Parigi sono stato fiero, nella mezz’ora passata in questo bello spazio, di essere il connazionale dell’autore. Un vanto sterile ed effimero ma comunque una bella sensazione.Un italiano a Parigi - l'esposizione continua al primo piano

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Nella cartina qua sotto il luogo dove si trova la Monnaie de Paris:

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