Un museo sulla storia dell’immigrazione
Luogo di grandissima attualità e di enorme spessore umano. È il Museo della Storia dell’Immigrazione che mi ha accompagnato in un viaggio lungo quasi due secoli, in compagnia di gente accomunata dalla speranza. E’ uno dei posti da visitare a Parigi se si vogliono comprendere i flussi migratori dei nostri giorni. Al primo e al secondo piano del Palazzo della Porte Doré, a due passi dalla fermata omonima della metro 8 e dal tram 3a, si raccontano viaggi, speranze e incontri di persone che hanno deciso o dovuto spostarsi. Abbandonare casa loro per cercare lavoro e fortuna in Francia.
Scopro un Paese molto accogliente, che ha saputo, nel corso dei secoli, ricevere gente da tutto il mondo. Si raccontano vite di persone vere, attraverso loro scritti, i loro documenti, qualche fotografia e qualche oggetto. Ogni storia è introdotta da un breve racconto dei flussi migratori provenienti da quel Paese. Il primo viaggio che incontro è quello di Luigi Cavanna che da Bettola arriva in Francia nel 1912, e ce la fa. Continuando, leggo e scopro le storie di venezuelani, iraniani, spagnoli, portoghesi, vietnamiti… Fino a incontrare un altro italiano che nel 1937 a Tolosa sposa un’ebrea tedesca scappata dal nazismo. Per loro la storia si complica tra qualche anno.
In un’altra sala il focus è l’integrazione e l’accoglienza, aspetti che cambiano nel corso del tempo e che mostrano sempre lo stesso scenario: l’altro non va bene. È diverso, ruba il lavoro, ha abitudini differenti. E anche le leggi cambiano e in alcuni casi agevolano ma in altri rendono più complesso lo spostamento da un punto all’altro. E poi c’è il tema della ghettizzazione del migrante. Tutto questo è raccontato attraverso fotografie, estratti di giornale, testimonianze, cronache di vita e oggetti personali.
L’esposizione fa riflettere e offre interessanti spunti per pensare alla situazione attuale. Mi colpisce un pannello dedicato all’immigrazione italiana di inizio XX secolo. L’eccessiva religiosità e l’attaccamento ai riti rendeva quei miei connazionali diversi e antipatici in un contesto già più secolarizzato. È molto educativo pensare che quegli altri sono io.
La visita al museo può far parte di un itinerario a Parigi più vasto. Infatti, a 500 metri termina il percorso pedonale nel verde, che inizia poco lontano dalla Place de la Bastille e percorre per circa 3 Km la bellissima Promenade plantée mentre appena fuori dal museo, attraversata la piazza comincia la passeggiata per il bois de Vincennes.
Il museo ospita anche esposizioni temporanee, legate al tema dell’immigrazione e dell’integrazione, oltre ad incontri e discussioni. Per maggiori informazioni: http://www.histoire-immigration.fr/programmation
Se ci vai, fammi sapere cosa ne pensi. Ti è piaciuto?
Dove andare a Parigi? Nella cartina qua sotto dove si trova il museo: